sabato 26 gennaio 2008

26 Gennajo 1888 - s. Paola Matrona

Nel famoso scatolone dei circa 150 documenti d'epoca ce ne sono diversi riferiti a persone che non sono riuscito a ricondurre alla struttura familiare.
Uno di questi è un foglio di dimensioni del tutto simili a un attuale A4 (che fosse in voga anche allora? indagheremo) che riporta una - non indimenticabile - poesia celebrativa della laurea di Pasquale Brugnatelli, redatta dall'amico G. C. sul metro del cinque maggio manzoniano.
Anche se si tratta di un Brugnatelli, chi fosse esattamente questo Pasquale non è dato di sapere, non ancora perlomeno, ma come età, visto che si laurea nel 1840 potrebbe essere uno zio paterno di Angioletta.

ADDOTTORANDOSI IN MEDICINA
L'OTTIMO GIOVINE
PASQUALE BRUGNATELLI
FANTASIA
Non io d'applausi cupido
Per te sollevo il canto;
Ora è di gaudio, un tenero
Pensier mi sfiora al pianto
A lari suoi mi guidano
Ingenuo core e fè.
Quai, che li detti il Genio
I non veduti carmi
Non cerchin la memoria
Sculti in perenni marmi,
Ma vivano pur' umili
Purchè sian cari a tè.
Oggi l'allor, ch'è premio
Al superato agone,
Fra lusinghieri eloquii
Sul crine a te si pone,
Mentre più lieto a sorgere
Per te incomincia il sol.
Sorgi alla gloria, ai palpiti
Del più gentile affetto,
Il cor ti scaldi, t'animi
Bella virtude il petto,
Nè tristi ore ti numeri
Affanno mai nè duol. -
Santo è l'amor di figlio
che in noi scolpì natura:
Infelice! cui l'anima
Callo di vizio indura -
La rozza orgia del secolo
Inaridisce il cor.
Beato è ben chi assiduo
All'infallibil segno,
Fra veglie aspre inamabili
Scorse il potente ingegno,
E disdegnò le lubriche
Vie d'un funesto error.
Ecco la madre il cupido
Sguardo sul figlio or posa
E al sen lo stringe, ed avida
Sulle gote amorosa
Gli stampa un bacio e il gaudio
Reprimere non sa.
Beata oh! la pia lagrima
Non scenda inavvertita,
Nè in duol giammai convertasi
Quest'ora di sua vita
Ma sia felice augurio
A più serena età. -
Tal sulle corde il cantico
Spirasti al fido amico,
Memore ognor dei placidi
Giorni e del tempo antico
Voto e sospir non ultimo
Del più verace Amor.
Non isdegnarlo; è vergine
D'ogni profana ebbrezza,
D'infamie altri contamini
Dell'arpe la dolcezza
Non io, che al ver sublimasi
Chi non ha servo il cor.

In attestato della più viva congratulazione
L'amico G.C.

Pavia, 1840, Tip. Fusi e C.
Con un po' di fortuna poi sono riuscito a trovare in rete, grazie a Google Books, anche il titolo della tesi del buon Pasquale: "De Dentitione, ejusque phoenomenis" sempre edita dalla stessa tipografia Fusi

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