giovedì 21 febbraio 2008

Martedì 21 febbrajo 1888 - s. Felice martire

Questa mattina fui abbasso e Pietro mi accolse in modo così poco gentile che trovai meglio ritrovarmene disopra a piangere il mio malfatto. Quante volte senza badare alle conseguenze e solo per educazione si fanno cose che considerandole bene si manca perché procurano un dolore a chi mi ama tanto e che tanto ne soffre quanta crudeltà!… Oh! ma Pietro mia come sono già pentita d'averle dato un dispiacere.


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2 commenti:

Clodovea ha detto...

Ma secondo te, caro Ardemagni, si davano del lei tra fidanzati oppure si tratta di un dialettalismo (qui a Bergamo è un errore che ho sentito spesso, "a lui LE piace")?

Marco Ardemagni ha detto...

In effetti Angioletta è un po' altalenante nell'utilizzo dei pronomi. Nella maggior parte dei casi per dire "a lui" utilizza "le" (11 gennajo, 1 febbrajo, 10 febbrajo, 21 febbrajo), più raramente "gli". Nell'appunto del 22 febbrajo però utilizza "gli".
Forse alla base di tutto c'è un misto di fattori: la prima cosa è che in effetti Angioletta e Pietro si danno ancora del lei, almeno in pubblico, e solo tra un mese Pietro chiederà il permesso prima alla madre e poi al padre di Angioletta di darle del tu davanti a loro.
Secondariamente, forse, c'è un problema di grammatica: Angioletta pare credere che, rivolgendosi direttamente a un uomo col lei di cortesia, poi si debba usare il lei anche parlando di lui.
Come terzo elemento c'è forse il fatto che in milanese il "ghe" significa sia "a lui" che "a lei" e questo forse può avere influenzato l'italiano di Angioletta la quale forse parlava in italiano in famiglia, ma era certamente esposta a un utilizzo frequente del dialetto.