lunedì 14 luglio 2008

Sabato 14 luglio 1888 - s. Bonaventura

Al mattino di sabato non venne a prendere il solito caffè glielo portai io stessa m'accolse freddamente si che non ebbi nemmeno il coraggio di domandarle il permesso d'andare a Varese. M'accompagnò alla stazione senza mai parlare. Arrivata con Carletto mi fece due baci. Dopo scesi in farmacia a chiederle del calamo mi disse che non ero l'Angioletta d'una volta e che ieri a sera avendomi dato il sopranome di ratin, fu l'eco d'una voce lontana… Lo scoppio di una mina credo non mi avrebbe annichilito quanto le parole da lui dette!… Come si può dalla sera alla mattina cambiare così facilmente?… Per me è un vero enigma.


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2 commenti:

Marco Ardemagni ha detto...

La pace della sera prima era evidentemente effimera... L'affettuoso nomignolo "ratin" in milanese significa, abbastanza chiaramente, topolino. Gli spostamenti della giornata non sono chiarissimi. Da quello che posso capire lei vuole andare a Varese, evidentemente a trovare (oppure a trovare e poi portare a Milano) Carletto, il fratello minore, che sta in collegio lì, ma non ha il coraggio di chiederlo al fidanzato con cui è in rotta. Però poi lei si fa accompagnare da lui alla stazione. Va fino a Varese? Va solo al binario a prendere il fratello? Oppure resta alla stazione mentre lui torna in Via Torino? Fatto sta che i due fidanzati si devono essere separati per qualche tempo, tanto è vero che lei poi lei "arrivata con Carletto" riceve due baci, altrimenti non si spiega questa frase. Ma il dialogo clou, avviene dopo, quando lei scende in farmacia a prendere del Calamo (il calamo è un rizoma digestivo) di cui abbiamo già parlato il 19 gennaio: il marito di una cugina della mamma di Angioletta (Agostino Rainoldi) titolare di una famosa enoteca-salumeria nel 1879 aveva depositato il brevetto di un "Calamo amaro digestivo".

Valeria, Marco e Sara, i Maramei ha detto...

L'umoralità di Pietro è comunque assai sospetta... mi fa pensare al comportamento di una persona che vuole rompere ma non addossarsi la responsabilità di farlo, o comunque combattuta. E' come se volesse mettere Angioletta, o i suoi genitori per lei, visto che sono così coinvolti nelle loro discussioni (vedi lettera), nelle condizioni di fare loro questo passo...
ma anche se io facessi il processo alle intenzioni, e immaginassi calcoli e che in realtà non ci sono, resta una cosa: che se Angioletta alla fine lo sposerà non avrà certo un'esistenza serena...