sul prezioso suo albo lasci anche il modesto mio
nome, ed io che non sono né poeta né scrittore
mi trovo molto imbarazzato nel trovare la pa=
rola degna delle di lei doti squisite. Però ri=
cordando molti discorsi fatti in piacevole
compagnia circa l'istruzione delle donne
le ripeterò in iscritto quel che in allora
le diceva a voce, che cioè io credo che sia
un dannoso pregiudizio quello di non dif=
fondere largamente anche nelle donne lo
studio delle scienze naturali, poiché queste
da sole fugano molte superstizioni che rice=
viamo dall'educazione sociale, e perché esse
non isteriliscono i sentimenti, non para=
lizzano i generosi slanci degli affetti, come
da taluno si pretende, ma li irrobustisco=
no anzi e ne correggono le false correnti,
innalzando, nel turbine delle fantastiche creazio=
ni della mente, l'estetica del vero, unica meta
del progresso umano, quantunque un celebre
scrittore vivente ritenga «che l'umanità
"sofferente non possa vivere senza la con="solazione della menzogna.»
Menaggio 1° ottobre 1893
Giovanni Zoja
Nota: a pagina 47 troviamo il contributo di un illustre cattedratico e scienziato dell'epoca: Giovanni Zoja (1832-1899), ordinario di anatomia umana normale all'Università di Pavia, allievo e genero di un altro illustre anatomista (e senatore del Regno di Sardegna): Bartolomeo Panizza. Zoja era anche curatore del Gabinetto di Anatomia e redattore del Bollettino Scientifico, dove si trova, a cura del suo collega e amico Leopoldo Maggi un necrologio dello stesso Zoja con diverse notazioni biografiche. In una pagina successiva troveremo le firme dei suoi figli, due dei quali saranno protagonisti di una triste vicenda. Anche Zoja, come in precedenza Arrigo Malliani, fa riferimento a discussioni fatte "in piacevole compagnia" sulla condizione femminile. Il luogo è sempre Menaggio, ma l'anno non è più il 1891, bensì il 1893. Viene da domandarsi se l'allegra brigata abbia passato due anni a discutere dell'educazione delle ragazze o se Zoja fa riferimento a discussioni di due anni prima.
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