venerdì 18 aprile 2014

Il quaderno di Emma - Pagine 29-31

Signorina Emma, mi piace qui di ricordarle
quella lunga discussione semi-seria, poli=
tico-sociale che tenemmo in compagnia
di simpatica brigata durante i primi
giorni che ebbi la fortuna di conoscerla
ed apprezzarla. Ella mi avrà forse allora
giudicato utopista per mio modo di pen=
sare in merito al socialismo; ed io col=
go occasione da questo momento, in cui
Ella mi fa gentile richiesta di un mio
pensiero, per rammentarle queste sagge
parole di una valente scrittrice, la qua=
le vede nel socialismo più che un'al=
tra missione umana, una missione di
donna:
“La rivoluzione!... Non è la prima volta che
il fiero sentimento della libertà getta la
gioventù femminile, idealizzata dal nobi=
le entusiasmo nella fede della rivoluzio=
ne sociale. Contro l'intemperanza
delle leggi antiche, che davano ai pa=
dri il diritto di vendere o donare le
loro figlie, una interminabile schiera
di giovanette si ribellò e datesi in braccia
al Cristianesimo nuovo, oscuro e disprezza=
to, difesero la loro integrità verginale resi=
stendo ai padri e ai tiranni e soffrendo
con valore imperterrito tormenti indicibili
e morti atroci. Esse sentivano che in
quella nuova dottrina della verginità era il
disdegno della servitù, era la conquistata
sovranità della propria persona. Ma la
scoria mistica che avviluppava il principio, lo
mascherò in progresso, lo fece degenerare in novo
e più intenso martirio ed in nuova schiavitù,
divenne strumento a nuovi egoismi e nuova
tirannia e più tardi avvolse la primitiva liber=
tà e la successiva schiavitù in un'unica
decrepitezza. Oggi quel principio risorge rin=
giovanito e puro all'ombra del diritto natura=
le e fortificato dalla ragione e dalla scienza.
Vieni, o fanciulla, e lavora con noi a svol=
gere quel germe generoso e fecondo. Lascia
alle infarinate puppatole [sic] la cui mente è
una vuota scatola ossea, le civetteria della
odalisca e le servili preoccupazioni della mas=
saia e farcire con disgusto lo sguardo; ben
altro c'è a fare per l'umanità! - Vedi
nei tuoi figli e nelle tue figlie, tutti i figli e
tutte le figlie dell'umanità. Noi vogliamo
che a tutti giungano le stesse idee perché
tutti ne ritraggano gli stessi vantaggi e perché
tutti siano redenti - Noi vogliamo che tutti abbiano
la libertà di pensare, il tempo di pensare ed i
mezzi che ajutano a pensare. Non più
catechismi, né bibbie, ma spontaneità, os=
servazione e critica. - Vieni con noi, o fan=
ciulla, a seminare la giustizia e la libertà.
Vieni con noi e sii la madre delle genera=
zioni avvenire.» / Anna Maria Mozzoni

Signorina Emma, m'avvedo troppo tardi
di essermi molto dilungato e d'avere
assunto con questa mia citazione un tono
forse troppo cattedratico. Mi sia indul=
gente e mi accordi un generoso perdono.
Arrigo Malliani

Menaggio, 19 ottobre 1891


Nota: In queste tre pagine troviamo l'intervento più lungo di tutto il quaderno di Emma. Si tratta di due pagine e mezzo a firma Arrigo Malliani, quasi interamente occupate da un'ampia citazione di Anna Maria Mozzoni, una delle pioniere del femminismo italiano, all'epoca cinquantaquattrenne  (per approfondire si veda qui la relativa pagina Wikipedia). Siamo nel 1891 e l'intervento di Malliani ci offre un interessante spaccato  della società dell'epoca. A quanto pare, in un incontro precedente, Arrigo Malliani, di idee socialiste (e all'epoca studente lodigiano di ingegneria civile: stando infatti a una delle poche tracce lasciate di sé in rete si diplomerà al Regio Istituto Tecnico Superiore di Milano al termine dell'anno scolastico 1894-95, vedi figura 4) ricorda ad Emma una "discussione semi-seria, politico-sociale che tenemmo in compagnia di simpatica brigata". Verosimilmente in quell'occasione Malliani si era dimostrato il più utopista e filosocialista della comitiva. Ma leggiamo cosa esattamente Malliani scrive sul quaderno di Emma a Menaggio (nota località, anche turistica, sulle rive del lago di Como) in un lunedì di ottobre del 1891:


Nel 1924, sotto il governo Mussolini, l'ing. Arrigo Malliani, pensionato delle Ferrovie dello stato verrà nominato commendatore (vedi figura 5). Chissà se era ancora socialista, a quel punto.
 


Dalla Gazzetta  Ufficiale
del 25 settembre 1895
elenco degli studenti di ingegneria
diplomati al R. Istituto Tecnico Superiore
di Milano nell'anno scolastico 1894-95

Dalla Gazzetta Ufficiale del 13 aprile 1924.
Nomina a commendatore di Malliani Ing. Arrigo
ingegnere ferrovie Stato collocato a riposo
con decreto dell'8 agosto 1924


Infine, per facilità di lettura riproponiamo qui l'intero intervento di Malliani senza le andate a capo dell'originale:
Signorina Emma, mi piace qui di ricordarle quella lunga discussione semi-seria, politico-sociale che tenemmo in compagnia di simpatica brigata durante i primi giorni che ebbi la fortuna di conoscerla ed apprezzarla. Ella mi avrà forse allora giudicato utopista pel mio modo di pensare in merito al socialismo; ed io colgo occasione da questo momento, in cui Ella mi fa gentile richiesta di un mio pensiero, per rammentarle queste sagge parole di una valente scrittrice, la quale vede nel socialismo più che un'altra missione umana, una missione di donna: «La rivoluzione!... Non è la prima volta che il fiero sentimento della libertà getta la gioventù femminile, idealizzata dal nobile entusiasmo nella fede della rivoluzione sociale. Contro l'intemperanza delle leggi antiche, che davano ai padri il diritto di vendere o donare le loro figlie, una interminabile schiera di giovanette si ribellò e datesi in braccia al Cristianesimo nuovo, oscuro e disprezzato, difesero la loro integrità verginale resistendo ai padri e ai tiranni e soffrendo con valore imperterrito tormenti indicibili e morti atroci. Esse sentivano che in quella nuova dottrina della verginità era il disdegno della servitù, era la conquistata sovranità della propria persona. Ma la scoria mistica che avviluppava il principio, lo mascherò in progresso, lo fece degenerare in novo e più intenso martirio ed in nuova schiavitù, divenne strumento a nuovi egoismi e nuova tirannia e più tardi avvolse la primitiva libertà e la successiva schiavitù in un'unica decrepitezza. Oggi quel principio risorge ringiovanito e puro all'ombra del diritto naturale e fortificato dalla ragione e dalla scienza. Vieni, o fanciulla, e lavora con noi a svolgere quel germe generoso e fecondo. Lascia alle infarinate puppatole [sic] la cui mente è una vuota scatola ossea, le civetteria della odalisca e le servili preoccupazioni della massaia e farcire con disgusto lo sguardo; ben altro c'è a fare per l'umanità! - Vedi nei tuoi figli e nelle tue figlie, tutti i figli e tutte le figlie dell'umanità. Noi vogliamo che a tutti giungano le stesse idee perché tutti ne ritraggano gli stessi vantaggi e perché tutti siano redenti - Noi vogliamo che tutti abbiano la libertà di pensare, il tempo di pensare ed i mezzi che ajutano a pensare. Non più catechismi, né bibbie, ma spontaneità, osservazione e critica. - Vieni con noi, o fanciulla, a seminare la giustizia e la libertà. Vieni con noi e sii la madre delle generazioni avvenire.» / Anna Maria Mozzoni
Signorina Emma, m'avvedo troppo tardi di essermi molto dilungato e d'avere assunto con questa mia citazione un tono forse troppo cattedratico. Mi sia indulgente e mi accordi un generoso perdono.
                                     Arrigo Malliani

Menaggio, 19 Ottobre 1891

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